"Una Storia al Femminile: La Marcia delle Donne su Versailles 5 Ottobre 1789"

 

Il 5 Ottobre 1789 le Donne di Parigi marciano su Versailles per protestare la mancanza di pane. Non si fermarono e costrinsero Luigi XVI a tornare a Parigi. Fu un momento importante per la Rivoluzione Francese che a volte resta un po’ nell’ombra.

Oggi ricordiamo la Storia di Jeanne, Cittadina di Parigi durante la Rivoluzione Francese.

Parigi, 5 Ottobre 1789.

 

Jeanne si svegliò all'alba come ogni mattina. Era una lavandaia abile ma la giornata le richiedeva innanzi tutto di essere moglie e madre. Cominciò a ravvivare il fuoco e a preparare la colazione per il resto della famiglia. Massaggiandosi le mani indolenzite dall’artrite, guardò suo marito ed i suoi quattro figli che ancora dormivano. Paul, suo marito, era un artigiano falegname. Negli anni buoni lavorava molto nella costruzione di mobili per famiglie nobili e per famiglie di mercanti. I loro quattro figli, Marc, Julie, Marie e Jean avevano dodici, dieci, cinque e tre anni rispettivamete. Marc, seguiva le orme del padre e stava imparando a i segreti del lavoro del legno. Julie, la figlia grande, aiutava la madre come poteva, curando i fratellini, gestendo la casa e strofinando panni bagnati all’occorrenza. Vivevano in sei in un modesto appartamento di due locali, cucina e camera da letto, nei quartieri più popolari della città.

 

Jeanne aveva dormito poco e male a causa del rimbombare cupo e ossessivo dei suoi pensieri. Non erano mai stati ricchi ma grazie alle entrate di entrambi avevano sinora, vissuto in modo dignitoso. Oramai però lavita era diventata dura e incerta per la loro famiglia. Una forte crisi economica affliggeva da qualche anno il paese. Le ultime estati erano state caratterizzate da un tempo estremamente piovoso. I terreni agricoli erano pesanti e umidi di fango. I raccolti di grano erano sempre più magri. Le spighe che in anni normali erano di color dell’oro diventavano nere a causa di funghi e muffe. Il pane era diventato un lusso che pochi potevano permettersi. I prezzi erano alle stelle e la qualità era scarsa, con poca, anzi pochissima, farina mescolata a segatura e gesso per fare volume. La fame e la disperazione erano sempre presenti, un costante incubo per Jeanne e Paul come per tutta la popolazione di Parigi. Anche i grossi commercianti vedevano i propri margini di guadagno restringersi e perciò spendevano meno. Meno camicie e biancheria da lavare ma anche meno disponibilità per l’acquisto di nuovi mobili. Le entrate della famiglia erano precarie e incerte. La mancanza di un lavoro stabile e ben remunerato faceva sì che ogni giorno fosse un'incognita. Una lotta continua per mettere il «pane» sulla tavola.

 

Quel giorno il pane non era arrivato del tutto, forse cominciavano a mancare anche gesso e segatura. Jeanne aveva incontrato diverse sue amiche e colleghe lavandaie, al forno. Anche loro come Jeanne in una situazione disperata. Una voce cominciò a diffondersi per le strade sporche ed infangate di Parigi: “Adunata, Cittadine!! Tutte alla Place de l’Hôtel de Ville!!”

Quando Jeanne arrivò in piazza, trovò migliaia di altre donne che, spontaneamente, erano venute nella piazza centrale della città per lamentare la situazione alle autorità. Il loro grido era unanime e disperato: “Pane!”. Pane per i loro figli affamati, pane per sfamare le loro famiglie. Jeanne e le Donne di Parigi erano stanche di soffrire, stanche che i parigini venissero ignorati e dimenticati dalle élite del potere.

 

Decisero far sentire la propria voce al re, di portare la loro richiesta direttamente al palazzo di Versailles. La marcia fu lunga e faticosa. Uomini armati tentarono di fermarle, ma il desiderio di giustizia e dignità le spinse avanti.

 

A Versailles, l'aria era carica di tensione e speranza, una miscela esplosiva pronta a deflagare. Jeanne guardava gli enormi giardini ben curati della residenza mentre la folla si faceva strada tra le guardie, avanzando con determinazione verso il palazzo reale. Quando finalmente arrivarono di fronte al re Luigi XVI, la tensione era palpabile. Jeanne si uní al coro che chiedeva pane, chiedeva aiuto per i loro figli affamati. Luigi XVI era titubante e la tensione continuava a salire. Jeanne udì voci sul presunto scherno di Maria Antonietta, Regina di Francia, alle richieste delle donne parigine. Pare avesse detto che “Se non c’era pane potevano mangiare delle Brioches!”. Erano solo voci e aria calda, ma queste parole risuonarono, alle orecchie di Jeanne e delle sue compagne, come un insulto alla sofferenza delle proprie famiglie. Un segno evidente della distanza tra la nobiltà e il popolo. La folla di donne era sconvolta, furiosa, ma anche determinata a non arrendersi. Vista la mala parata, Luigi XVI, accettò di seguire, con tutta la corte, le manifestanti sulla strada di ritorno a Parigi. Fu il momento i cui Jeanne e le Donne di Parigi capirono che la lotta per il pane e per la giustizia, doveva continuare, perché la fame e la disperazione non potevano essere ignorate né dimenticate.

 

Mettendo in mostra il potere della mobilitazione popolare e la fragilità del regime monarchico, Jeanne e le sue compagne accellerarono il declino del potere reale rafforzando la determinazione del popolo nel perseguire la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza.

 
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