Come mai diffondere una cultura del conflitto?
I conflitti, soprattutto quelli di ruolo e relazionali, sono una componente inevitabile della vita lavorativa.
Se ignorati o mal gestiti, possono avere conseguenze economiche e umane molto serie all’interno di un’organizzazione. Il danno si manifesta in diversi modi:
Diminuzione della produttività, perché il conflitto latente consuma energia mentale ed emotiva.
Peggioramento del clima lavorativo e della soddisfazione personale, con impatti negativi sulla performance.
Aumento dell’assenteismo, legato a stress, burnout e malessere psicologico.
Crescita dei costi aziendali, connessi a turnover, assunzioni, consulenze legali o mediazioni esterne.
Non affrontare i conflitti equivale a lasciare che diventino cronici e distruttivi. Il silenzio apparente spesso nasconde tensioni pronte a esplodere in forme imprevedibili, influendo su relazioni, leadership e fiducia interna.
Ma c’è un’altra via.
Il conflitto può essere visto come una leva per la crescita e l’innovazione, se gestito in modo consapevole. Il conflitto diventa uno spazio prezioso di confronto. Invece di evitare il disaccordo, una cultura del conflitto invita ad affrontarlo:
In un dialogo aperto, dove il disaccordo non è visto come minaccia ma come opportunità.
Allenando le competenze emotive e comunicative, come la gestione delle tensioni, l’ascolto attivo e il cambiamento di prospettiva.
Coltivando la presenza consapevole, per rimanere connessi a sé stessi anche in situazioni scomode, senza fuggire o aggredire.
Un’organizzazione che abbraccia questa cultura forma team resilienti, capaci di usare le divergenze per generare soluzioni creative. Nasce così un ambiente di lavoro orientato al benessere collettivo, dove la collaborazione è rafforzata e la salute organizzativa sostenuta.
Ecco due innovativi strumenti che incoraggiano a trasformare qualsiasi conflitto in un’opportunità di crescita personale:
Medianos® è un metodo esperienziale comportamentale ludico-didattico ad alto potenziale di coinvolgimento simulando scenari verosimili che permettono ai partecipanti di sperimentare e riflettere attivamente sulle dinamiche di conflitto in modo protetto. Nel corso del gioco, attraversando le varie fasi, i partecipanti (litiganti e osservatori) vengono accompagnati a contattare e utilizzare competenze, personali e relazionali che, nel loro insieme, agevolano il “so-stare nel conflitto” e consentono la cooperazione nel processo di risoluzione della lite.
Il 24 luglio nel Bellinzonese ci sarà l’occasione di conoscere personalmente il Dott. Massimiliano Ferrari, l’ideatore di questo gioco, unico al mondo, dove si litiga per pochi secondi. Durante l’evento “Pizza con conflitto in scuderia” organizzato da TPC Kathrin Knupp (Facility e Ambassador Svizzera Medianos®) il Dr. Ferrari vi condurrà nell’esperienza Medianos®.
Un altro metodo, che rafforza le competenze della gestione di conflitto, è il coaching assistito dal cavallo. Nei training outdoor esperienziali si allenano le competenze personali, di leadership e relazionali con un successivo transfer nel contesto professionale. L’interazione con il cavallo, animale estremamente sensibile, svela aspetti inconsci della comunicazione non verbale e offre un potente bio-feedback sul comportamento e le emozioni umane.
In conclusione, un ambiente di lavoro che coltiva una cultura del conflitto genera gruppi resilienti, capaci di apprendere insieme e di valorizzare il dialogo e la mediazione dei bisogni. Questo approccio promuove la salute individuale e rafforza il benessere collettivo. Le aziende che scelgono di investire nella gestione consapevole delle divergenze costruiscono organizzazioni più solide, innovative e sostenibili dal punto di vista umano.
Contributo redatto da Kathrin Knupp, 20.6.2025